Scoperto il meccanismo responsabile di una grave immunodeficienza

Grazie a Telethon ora si conosce il meccanismo responsabile dell’autoimmunità osservata nella sindrome di Omenn, una rara malattia genetica spesso fatale, che oltre a compromettere il sistema immunitario, dà reazioni di tipo autoimmune, una sorta di crisi di identità in cui cellule del sistema immunitario dette linfociti T non riconoscono più l’organismo al quale appartengono e lo aggrediscono.

Lo studio, coordinato da Raffaele Badolato e pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Clinical Investigation*, scaturisce da un progetto finanziato con un bando Telethon-AFM, l’Association Française contre les Myopathies, una fondazione francese che ha come obiettivi la ricerca sulle malattie neuromuscolari e genetiche rare e l’assistenza ai malati. Titolari del progetto sono Alain Fischer dell’Ospedale Necker-Enfants Malades di Parigi, Luigi Notarangelo, direttore dell’Istituto di Medicina Molecolare “Angelo Nocivelli” dell’Università e degli Spedali Civili di Brescia, e Anna Villa dell’Istituto Tecnologie Biomediche del CNR a Milano.

AFM e Telethon hanno stabilito una collaborazione per finanziare lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per le malattie rare, come per esempio la terapia cellulare e genica, trattamenti farmacologici o enzimatici. Nel bando metà dei fondi viene dall’Italia e metà dalla Francia. Il processo di revisione viene seguito, sempre secondo le regole del peer review, da una commissione scientifica mista, composta da membri provenienti sia dal gruppo di esperti di Telethon sia dal comitato di AFM. Finora, tre progetti hanno meritato il finanziamento Telethon-AFM.

Commentano Badolato e Notarangelo: “Siamo grati a Telethon per il suo supporto nel sostenere la ricerca nel campo delle immunodeficienze primitive”. La sindrome di Omenn appartiene infatti al gruppo delle immunodeficienze combinate gravi (SCID, si pronuncia “schid”, dall'inglese severe combined immunodeficiency), un gruppo eterogeneo di malattie genetiche in cui il sistema immunitario è gravemente compromesso. L’organismo è del tutto incapace di difendersi da qualsiasi agente infettivo - virus, batteri, funghi - e per questo le persone affette, fin dalla nascita, sono praticamente prive di difese immunitarie e quindi a rischio di morte.

I ricercatori italiani studiando il timo di 2 bambini con sindrome di Omenn e di 1 con SCID, hanno capito che all’origine della crisi d’identità delle due immunodeficienze c’è l’assenza di AIRE, una proteina già nota per il suo coinvolgimento nelle reazioni di tipo autoimmune di altre malattie. AIRE si trova nelle cellule di una ghiandola situata nella gola, il timo, e serve a garantire la cosiddetta tolleranza immunologica, la capacità cioè dei linfociti T di riconoscere cellule appartenenti allo stesso organismo senza distruggerle. Ecco perché nella sindrome di Omenn senza AIRE i linfociti T “cattivi” reagiscono contro cellule e tessuti dello stesso organismo - cute, intestino e fegato - invece di essere eliminati.

Questa scoperta apre nuove strade terapeutiche per il trattamento delle malattie autoimmuni la cui incidenza è in continuo aumento” commenta Badolato. Per Telethon la sindrome di Omenn è una malattia “storica” perché oltre ad aver contribuito alla scoperta del difetto genetico responsabile della malattia, nel 1999 ha visto per la prima volta al mondo la guarigione di un feto, ad opera di un’équipe della Clinica Pediatrica dell’Università di Brescia, grazie a un trapianto in utero di cellule staminali prelevate dalla madre.

Una volta compreso che l’autoimmunità nella sindrome di Omenn dipende dal mancato funzionamento del meccanismo di tolleranza timica, sarà più facile comprendere e forse curare altre malattie autoimmuni; in particolare quelle che compaiano durante l’invecchiamento, quando la funzione del timo tende ad esaurirsi” conclude Badolato.

*Cavadini P et al. J Clin Invest. 2005 Feb 3;

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