Giuseppe Ruberti: «Stringiamo sinergie per sostenere Telethon»

Un salentino trapiantato in Umbria. Giuseppe Ruberti rivendica le origini del “tacco” («Sono nato a Maglie, il paese di Aldo Moro») anche se la sua vita è legata a doppio filo con il cuore verde d’Italia. Coordinatore per le province di Perugia e Terni, Pino non ha difficoltà a riconoscere che è stato un uomo fortunato: «Oggi, a quasi 75 anni, che compirò il prossimo 24 luglio, posso serenamente affermare che la vita mi ha riservato grandi soddisfazioni, sia sul piano personale che professionale. È giusto che io restituisca, anche solo parzialmente, queste benedizioni».

Ex dirigente bancario, Pino ha incontrato Fondazione Telethon 15 anni fa: «In realtà, in quel periodo, ero da poco andato in pensione ma svolgevo un’attività consulenziale che mi portava spesso anche all’estero. Mia moglie Ambra mi parlò di un annuncio apparso su “La Nazione” attraverso il quale Telethon cercava un coordinatore per la sola provincia di Perugia. Fui tentato di rispondere alla richiesta ma dissi a mia moglie che non avrei avuto troppo tempo da dedicare a quella attività. Qualche mese dopo mi chiamarono da Roma per quella posizione e non capii sulle prime. Era stata mia moglie a proporre la mia candidatura, sicura che avrei fatto bene. A molti anni di distanza posso dire di essere veramente orgoglioso e felice di questa avventura, anche se impegnativa, ma ricca di emozioni positive».

Pino, in questi anni, è riuscito nell’intento di strutturare un’organizzazione di impronta aziendale che porta avanti le iniziative a favore della Fondazione. «A Perugia ci sono io, poi una vice-coordinatrice, una efficiente segreteria e una responsabile che gestisce un gruppo di giovani volontari che conta anche molti ragazzi laureati in medicina. A Terni c’è una vice-coordinatrice che è destinata ad assumere il ruolo di coordinatrice per quella provincia, così da dividere equamente il peso del lavoro». In effetti Pino rappresenta forse l’unico caso di coordinatore “regionale” visto che copre entrambe le province umbre: «I comuni di questa regione sono tanti, la popolazione è di circa 850.000 abitanti, e bisogna muoversi soprattutto tra le località più piccole che manifestano una sensibilità più forte rispetto alla ricerca e da cui riceviamo la fetta più cospicua di donazioni». Come tiene a ribadire, lui ha scelto Telethon soprattutto per la trasparenza e la serietà valori in cui crede molto, «In banca - spiega - mi occupavo di pianificazione e controllo di gestione quindi per la correttezza dei bilanci ho occhio. La stessa scrupolosità che ho sempre riscontrato nella Fondazione».

Una delle iniziative che il suo coordinamento segue e che Pino considera di fondamentale importanza è la collaborazione con le scuole: «Posso vantare un ottimo rapporto con molti dirigenti scolastici del territorio e grazie al loro supporto svolgiamo sistematicamente attività mirate a coinvolgere i più giovani, mettendoli a conoscenza della missione di Telethon e rendendoli consapevoli dell’importanza della ricerca».

Anche per l’esperienza di Pino il supporto delle persone che con le malattie genetiche rare hanno avuto un rapporto diretto è essenziale: «Ci aiutano e il loro contributo è importante per tradurre in riscontri concreti e vita vissuta alcuni concetti che vanno al di là degli obiettivi scientifici».

Sarà per questo che Telethon in Umbria ha consolidato una reputazione e una visibilità positiva importanti, infatti «siamo forti e la nostra forza a volte crea anche qualche disagio sul territorio - racconta - ma noi lavoriamo sodo per una finalità che va oltre ogni possibile dissidio, e non possiamo fermarci. Abbiamo impostato una rete di ottimi rapporti intorno a noi, compreso quello con la rete locale del nostro partner Bnl, e ne andiamo fieri. A noi piace così, e vogliamo proseguire lungo il nostro percorso di buona volontà!».

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