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Claudia Bagni, nata a Roma nel 1963, è professore ordinario alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Roma Tor Vergata e all’Università di Losanna. Laureata in Scienze biologiche e dottore di ricerca in biologia molecolare e cellulare a Tor Vergata, ha svolto il post-dottorato presso la Paul Sabatier University di Tolosa, la Harvard University e l’EMBL, avviando studi sui meccanismi molecolari che regolano lo sviluppo cerebrale. Dal 2008 al 2016 ha diretto un laboratorio al VIB/KU Leuven (Belgio) e successivamente è stata direttrice del Dipartimento di Neuroscienze Fondamentali e vice-dean per ricerca e innovazione presso la Facoltà di biologia e medicina dell’Università di Losanna.

Da oltre 20 anni si occupa di comprendere le basi biologiche dell’autismo e della sindrome dell’X fragile (FXS), due condizioni facenti parte di un largo gruppo di patologie chiamate sinaptopatie. Le sue ricerche, sostenute anche da Telethon, hanno chiarito come l’assenza della proteina FMRP alteri la struttura e la funzione delle sinapsi e di conseguenza lo sviluppo cerebrale. I suoi gruppi di ricerca a Roma e Losanna studiano come i difetti sinaptici influenzino lo sviluppo cognitivo, la socializzazione e la flessibilità, utilizzando Drosophila, modelli murini e organoidi cerebrali derivati da cellule di individui con FXS e autismo. Sempre in stretta collaborazione con clinici ed associazioni di famiglie, il suo team ha come obiettivo l’identificazione di terapie innovative e per questi disturbi del neurosviluppo.

Tra i suoi riconoscimenti figurano l’elezione a membro EMBO e dell’Academia Europaea, il Premio Barone van Gysel de Meise, il Premio Union Chimique Belge, il Premio Solvay della Queen Elisabeth Medical Foundation Belgio, il Premio Research & Development Women in Science Nestlé Svizzera, oltre al titolo ricevuto nel 2023 di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Claudia Bagni è inoltre una forte sostenitrice delle pari opportunità e della piena rappresentanza delle donne nel mondo del lavoro. Le sue esperienze accademiche la hanno sensibilizzata alla sotto rappresentanza delle donne nella scienza e nella ricerca, che sempre di più riflette una perdita importante di risorse a livello sociale, economico e formativo.


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