Amiloidosi
- 10 Progetti di Ricerca Finanziati
- 16 Ricercatori
- 1.077.366€ Finanziamento totale
Che cos’è e come si manifesta l'amiloidosi?
- Le amiloidosi sono un gruppo di malattie caratterizzate da alterazioni della conformazione di alcune proteine dell'organismo, che ne provocano l’aggregazione in fibrille e la deposizione nei tessuti. Questo provoca disfunzione anche grave degli organi interessati. Sono note almeno 40 forme, che differiscono per proteina responsabile, insorgenza, organi coinvolti e decorso. La più comune forma non ereditaria è l’amiloidosi AL, causata dalla produzione di frammenti di anticorpi con sequenza che ne favoriscono l’aggregazione. Diversi organi possono essere coinvolti, fra i quali cuore, reni, fegato, sistema nervoso periferico e autonomico, tessuti molli. Esistono anche amiloidosi rare ereditarie, con insorgenza in età adulta: il quadro clinico dipende dal gene interessato, dalla mutazione e da altri fattori ancora poco caratterizzati. Le forma ereditaria più frequente è quella da transtiretina; questa amiloidosi può interessare diversi distretti, fra i quali sistema nervoso periferico e autonomo, cuore e occhio. Spesso si manifesta inizialmente con sindrome del tunnel carpale; la neuropatia causa alterazione della sensibilità, quindi difficoltà nell'esecuzione dei movimenti fini, dolori alle estremità e deficit di forza. Può essere associata anche ad alterazioni della motilità intestinale, impotenza, alterazioni visive e sintomi legati alla cardiomiopatia. Altre forme sono dovute a mutazioni in varie apolipoproteine (Apo A-I, A-II, C-II, C-III). L’amiloidosi ereditaria da gelsolina si presenta in due forme: quella con distrofia della cornea, cutis laxa e disfunzioni del sistema nervoso, e una che causa esclusivamente un danno renale. L’amiloidosi da ß2-microglobulina è piuttosto diffusa nella forma sporadica, legata alla dialisi; rarissima invece la forma ereditaria, responsabile di neuropatia. Esistono anche amiloidosi familiari da catena a del fibrinogeno, lisozima e cistatina C, con caratteristiche varie e complicazioni per rene, fegato e talvolta cervello.
Come si trasmette l'amiloidosi?
- Le forme ereditarie sono trasmesse con modalità autosomica dominante: basta cioè ereditare una singola copia alterata del gene da un genitore affetto per manifestare la malattia, anche se con intensità molto variabili. L'esordio avviene quasi esclusivamente in età adulta. Sono note differenti forme ereditarie di amiloidosi associate a mutazioni in almeno 11 geni diversi.
Come avviene la diagnosi dell'amiloidosi?
- La diagnosi di amiloidosi è multidiscplinare e si basa su osservazione clinica, valutazione di biomarcatori di danno d’organo, individuazione e caratterizzazione delle fibrille di amiloide tissutali, indagini di imaging e analisi genetica, con identificazione dell’eventuale gene mutato. Il riconoscimento tempestivo della presenza di malattia e la definizione accurata del tipo di amiloidosi sono fondamentali per instaurare un corretto percorso clinico e terapeutico. La recente introduzione nella pratica clinica di nuove tecniche molecolari di tipizzazione facilita oggi la diagnosi anche di forme rare o nuove. Inoltre, l’uso di indagini strumentali non invasive permette l’individuazione di alcune forme di amiloidosi cardiaca, senza ricorrere alla biopsia.
Quali sono le possibilità di cura attualmente disponibili per l'amiloidosi?
- Il trattamento dipende dal tipo di proteina depositata, per cui le amiloidosi sono un gruppo di patologie eterogeneo dal punto di vista terapeutico. Le prospettive di trattamento per alcuni tipi, sia acquisiti sia ereditari, sono migliorate in modo sostanziale nel corso degli ultimi anni, grazie a un grosso sforzo della comunità scientifica volto alla ricerca di farmaci mirati. Le principali forme di amiloidosi oggi dispongono di terapie specifiche: per questo la diagnosi precoce è cosi importante. Per l'amiloidosi AL, il trattamento si fonda attualmente su schemi di chemioterapia che hanno l'obiettivo di eradicare il clone di cellule che causa la malattia. Recentemente si è aggiunto a questi schemi l'impiego di un anticorpo monoclonale anti-CD38, diretto specificamente contro queste cellule, che migliora significativamente la risposta ematologica e d'organo. Per l'amiloidosi da transtiretina, sia ereditaria sia acquisita, sono stati approvati negli ultimi anni farmaci che consentono di stabilizzare la proteina circolante nel sangue o di impedirne la produzione da parte del fegato, con un significativo miglioramento della prognosi e della qualità di vita. Per le altre forme molto rare di amiloidosi ereditaria, tuttavia, non esiste ancora una terapia specifica risolutiva. Il trattamento ha quindi l'obiettivo di supportare o vicariare la funzione degli organi danneggiati e alleviare i sintomi. In alcuni pazienti, il trapianto d'organo rappresenta una soluzione efficace.
Ultimo aggiornamento
10.05.22
Progetti finanziati
- In corso
Studio delle varianti amiloidogeniche della transtiretina con Risonanza Magnetica Nucleare per comprendere i meccanismi molecolari alla base della amiloidosi ATTR
Ricercatore Alessandra Corazza - Chiuso
Registro Nazionale TTR-FAP: Rete collaborativa multicentrica per la definizione della storia naturale, degli standard di cura, del carico e dei bisogni dei pazienti e delle sperimentazioni cliniche
Ricercatore Giuseppe Vita - Chiuso
Caratterizzazione di mutanti della gelsolina responsabili di una nuova amiloidosi renale e ricerca di nuovi farmaci
Ricercatore Matteo de Rosa - Chiuso
Amiloidosi familiare da ß2-microglobulina: dalla delucidazione del meccanismo patogenico alla scoperta di nuovi farmaci attivi
Ricercatore Vittorio Bellotti - Chiuso
Generazione di modelli animali allo scopo di definire i meccanismi molecolari alla base dell’Amiloidosi cutanea localizzata familiare per la ricerca di nuove strategie terapeutiche
Ricercatore Paul Heppenstall - Chiuso
Studio del metabolismo, del processo di folding e fibrillogenesi di varianti amiloidogeniche di apolipoproteina A1
Ricercatore Vittorio Bellotti
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